Si chiama Filippo Bernardini, ha trent’anni ed è originario di Amelia, in provincia di Terni. Non è uno scrittore emergente o il personaggio del prossimo romanzo che scalerà le classifiche, ma un ladro sui generis che negli ultimi anni ha tenuto in un costante stato di agitazione l’editoria mondiale.
La vicenda del “ladro di libri” comincia cinque anni fa, quando diverse case editrici di Europa, America e Asia iniziano a ricevere mail incessanti da indirizzi simili a quelli di persone realmente esistenti, ai quali sono state cambiate soltanto alcune lettere. Uno stratagemma difficile da smascherare se non si sta particolarmente attenti, che ha ingannato diversi editori e agenti letterari, che hanno inconsapevolmente consegnato al misterioso mittente manoscritti inediti di autori del calibro di Margaret Atwood, Sally Rooney e Ethan Hawke pensando di inviarli a professionisti del settore. Anche le case editrici italiane non sono state risparmiate: racconta il portavoce della casa editrice E/O che, tra settembre e ottobre 2019, la responsabile dei diritti ricevette una e-mail da un’agenzia di scouting che chiedeva il manoscritto de “La vita bugiarda degli adulti” di Elena Ferrante, allora in lavorazione. Il caso volle che l’indirizzo falso fosse smascherato, ma molte altre volte non è stato così. Il mistero sul responsabile della frode è rimasto tale fino al 5 gennaio 2022, quando all’aeroporto di New York l’FBI ha arrestato un giovane italiano, Filippo Bernardini, con l’accusa di frode telematica e furto d’identità.
Dopo gli studi in lettere a Milano e un master in editoria a Londra, il giovane italiano ha avuto diverse esperienze in prestigiose case editrici e agenzie letterarie della capitale inglese, perfezionando così la sua conoscenza delle dinamiche, del linguaggio e delle figure professionali del mondo editoriale. Al momento dell’arresto Bernardini lavorava nell’ufficio diritti della filiale londinese della prestigiosa casa editrice statunitense Simon & Schuster, che l’ha prontamente sospeso dall’incarico. Dopo esattamente un anno, il 6 gennaio 2023, il presunto colpevole ha finalmente ammesso di essere lui il “ladro di manoscritti”.
Gli appassionati di gialli e noir sapranno sicuramente che il primo elemento da analizzare per risolvere un mistero è il movente. Ma in questo caso è forse questo l’aspetto più affascinante e allo stesso tempo oscuro dell’intera vicenda: un movente, almeno apparentemente, non c’è. Nessuno dei manoscritti rubati è mai stato diffuso né Bernardini ha mai pensato di chiedere un riscatto agli editori in cambio della mancata diffusione.
E allora sorge spontanea la domanda: perché questo giovane professionista si è reso colpevole di un reato che può comportare fino a 20 anni di carcere? A noi amanti dei libri piace pensare che il movente sia soltanto la passione per la lettura. Quel che è certo è che questa storia, per quanto criminale, ha un che di affascinante e intrigante. Insomma, gli scrittori del futuro possono prendere spunto per un romanzo giallo!